Secondo Maurizio Ferraris se non ci fosse una concezione del linguaggio che non lo vedesse semplicemente come uno strumento di trasporto (che pure è), ma anche come un momento istitutivo della nostra percezione del mondo, difficilmente si porrebbe un problema ermeneutico.
A cura di Renato Parascandolo, Giancarlo Burghi, Silvia Calandrelli, Vittorio Rizzo.
Secondo Maurizio Ferraris se non ci fosse una concezione del linguaggio che non lo vedesse semplicemente come uno strumento di trasporto (che pure è), ma anche come un momento istitutivo della nostra percezione del mondo, difficilmente si porrebbe un problema ermeneutico. Questo si pone proprio perché noi sappiamo che questi strumenti linguistici, o storici, o scritturali in generale, non sono estrinseci al pensiero, ma sono intrinseci, cioè fanno parte della costituzione dell’esperienza del pensiero come tale. www.perlacultura.rai.it